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lunedì 9 giugno 2014

Il velodromo

"Mi viene in mente che qualcosa di simile avviene soltanto in quella specie di casa di pena sportiva che è il velodromo di Madison in America, dove si indicono le corse di sei giorni, e i corridori circolano, circolano per la breve pista per migliaia di giri..." (pag. 191)
Velodromo Fassa Bortolo Montichiari.








venerdì 6 giugno 2014

Macchina da corsa

"Una macchina da corsa veniva chiamata bella quando appariva più leggiera e più snella possibile..." (pag. 48)

Vettura da corsa


Audi R10

sabato 31 maggio 2014

Macchina: non solo un pericolo

"Si deve dire alto e forte che la macchina non è affatto un ordegno di morte, ma una immensa moltiplicazione di vita, che esse rappresenta un ordine mirabile e il trionfo della logica sulla incoerenza delle forze naturali, un'armonia della materia creata dall'uomo, e per l'uomo un impero vergine infinito... " (pag. 233)


Incidente Lamborghini
Nel passato la macchina era considerata uno degli strumenti più pericolosi. Per la velocità, per l'incertezza e forse perchè non si conoscevano bene i meccanismi di funzionamento, l'equazione più nota era macchina=morte. E di certo molti incidenti sono avvenuti e molte tragedie sono accadute a causa dell'utilizzo di questo strumento. Certo, è pur vero che come tutte le cose serve sempre un po' di conoscenza e autocontrollo. Il maggior numero degli incidenti del passato sono avvenuti per incoscienza. Oggi la macchina è cambiata. È cambiato il suo assetto interno, s'è modificata in potenza e velocità, ma è cambiata anche la mentalità dell uomo. L'automobile è lo strumento più utilizzato per viaggiare. È l'unico che copre enormi distanze in breve tempo. Certo è che gli incidenti ci sono ancora oggi, ma questo dipende dall'uomo. Dal suo libero arbitrio. Dipende dalla sua volontà di usare l'auto per le corse e quindi correre notevoli rischi oppure se usarlo per quello per cui è nata: uno dei migliori mezzi di locomozione.


martedì 29 aprile 2014

La bellezza e la velocità.

"Fino a pochi anni addietro la relazione tra bellezza e velocità veniva stabilita con mezzi tutt'affatto esteriori. Si era osservato che gli esseri e le cose veloci sono agili, leggeri, sottili, aguzzi, epperò nelle macchine destinate a muoversi più rapidamente si cercava qualunque cosa a costo di ottenere questi requisiti. Ma il rivolgimento fu rapidissimo; appena si applicarono sugli assi motori quantità di energia ingentissime, appena la velocità toccò il chilometro al secondo, questo mondo fragile e leggiadro di cose lievi e alte dovette scomparire, salvo a essere contorto, schiacciato, infranto in un attimo" (pag. 48/49)


Tilbury

Negli anni la relazione tra bellezza e velocità ha subito numerose trasformazioni. In un primo momento questa era rappresentata da ciò che per quegli anni sembrava caratterizzare la velocità. Gli esseri e i mezzi che erano realmente veloci apparivano leggeri agili e sottili e così nelle cose che l’ uomo creava e voleva rendere belle e scattanti, dava una forma aguzza e le rendeva leggere. Sono di quegli anni le locomotive snelle con ruote altissime, i velocipedi esili e lievi anch'essi con ruote alte.

Express locomotive
Ma quando la velocità aumentò, la leggerezza e la fragilità delle vetture non poté sopportare il peso dei motori e il canone di bellezza cambiò radicalmente. I mezzi erano caratterizzati da pesantezza e da grandezza che a prima vista riusciva a richiamare la potenza e l’energia della velocità.
La macchina deve rivelare la sua forza, deve trasmettere sicurezza, deve garantire all'uomo invincibilità su ogni suo desiderio e ciò che prima sembrava potesse dare il massimo della velocità ora appare solo un giocattolo. 

Se prima il sentimento di bellezza veniva richiamato da forme esile e leggiadre ora il bello era sinonimo di maestosità e la struttura delle macchine doveva richiamare “i muscoli di un atleta allenato”.


Charrette
Il tilbury è stato abbandonato del tutto, nella strada lo ha sostituito la massiccia e ben costrutta charrette, nelle piste il bassissimo sulky.
Lo stesso è avvenuto per le macchine marine; si è completamente trasformato il modello delle navi a vapore destinate alla grande velocità. I destroyers sono grossi e grevi, non hanno più quell'aspetto affilato delle vecchie torpediniere.


Destroyers