Translate

mercoledì 30 aprile 2014

Il sostituto del carbone: l'elettricità.

"...l'elettricità comincia là dove il vapore finisce, essa inizia la sua strada là dove il suo rivale ha finito la sua, essa assume il suo fatale infinito incarno là dove il suo predecessore lo ha deposto." (pag. 118)

"Ciò che il vapore avea compiuto di fronte alle forze animali, fino allora usufruite, l'elettricità compie di fronte al vapore." (pag. 118)

"Mediante l'elettricità si va più avanti, si ottiene un altro miglioramento, si rende possibile cioè il trasporto della forza a distanza." (pag. 144)

Miniera carbone 
Il carbone fu ai secoli, una delle risorse più importanti e maggiormente sfruttate dall'uomo. Non garantiva enorme potenza e infinita velocità, certo, però permetteva gli spostamenti e svolgeva bene il suo lavoro. Nonostante ciò non è stato necessario attendere a lungo per avere un valido sostituto.
Un sostituto che in breve tempo è giunto all'altezza del carbone, tenendo testa e finendo con il superarlo: l'elettricità


La necessità di un'innovazione va ricercata sopratutto nelle precarie caratteristiche del carbone.
La macchina a vapore era ormai un organismo definitivo e perfetto, al quale si potevano apportare poche innovazioni. Si era sfruttato al massimo la sua potenza e oltre tutto si avvertivano i primi sintomi di carestia: i prezzi aumentavano e le agitazioni operaie turbavano i lavori. 
Fu così che in questo clima di crisi per la macchina a vapore, interviene, e con successo, l'elettricità. 

L'automobile: pericolo o no?

"La verità è che tutte le cose nuove, tutte le invenzioni, anche quelle più utili e pratiche, al loro apparire, non possono esplicare tutti i vantaggi che apporteranno in seguito, ma per di più danno origine a nocivi turbamenti, più o meno lunghi, sia per lo sconvolgimento delle vecchie abitudini, sia per l'inesperienza con cui vengono maneggiate..." (pag. 99)

Le invenzioni non sempre sono state accolte di buon grado dalla popolazione; ciò avveniva in passato sopratutto perché per pregiudizio si riteneva che i cambiamenti dovessero essere necessariamente in negativo rispetto alle abitudini dell'epoca. 
Questo tipo di atteggiamento è evidente in particolare nei confronti dell'automobile, snobbata sin da subito, in quanto ritenuta troppo pericolosa. In principio, il suo utilizzo veniva collegato alla morte, agli incidenti e alle tragedie, perché l'inesperienza con cui inizialmente vengono maneggiati i nuovi strumenti può portare a ciò.
Con il tempo, però, si è visto come accanto agli aspetti negativi vi fossero numerosi vantaggi nell'usare la vettura. 
Più comodità e più velocità fecero capire che forse quelli passati erano solo pregiudizi e che bastava considerare sopratutto il fatto che in alcuni casi gli incidenti si erano verificati adoperando anche strumenti semplici, come la bicicletta. Si tratta sempre di identificare il pregiudizio e di riuscire a superarlo. Si tratta di capire che in fondo un incidente può accadere per caso, per la necessità di evitare un ostacolo. 
E' fondamentale rendersi conto che la vettura è un mezzo affidabile e che tutto dipende dall'uomo. E' lui a gestirla, è a lui che la macchina affida la propria potenza.   

martedì 29 aprile 2014

Il motore Diesel.

Anche in questo caso potremmo suddividere i motori Diesel in motori a quattro tempi e a due tempi, ma per maggiore sintesi tratteremo solo quelli a quattro tempi.



Funzionamento MOTORE DIESEL A QUATTRO TEMPI (4T).
  1. Nella fase di aspirazione lo stantuffo muovendosi verso il basso genera una depressione; la valvola di aspirazione è aperta ed il cilindro aspira aria pura dall'ambiente esterno.
  2. Nella fase di compressione lo stantuffo, invertito il movimento, comprime l'aria entro il cilindro, essendosi chiusa la valvola di aspirazione all'inizio della corsa di ritorno. 
  3. Al termine della fase di compressione, il polverizzatore inietta entro il cilindro il combustibile finemente polverizzato, che, a contatto con l'aria caldissima, si infiamma spontaneamente.
  4. Terminata la combustione, segue una fase di espansione.
  5. Alla fine della corsa, si apre la valvola di scarico e la pressione dei gas combusti cade bruscamente fino ad eguagliare il valore della pressione esterna.
  6. La fase di scarico si conclude con la corsa di ritorno dello stantuffo che scaccia innanzi a sé i prodotti della combustione.
(Tratto da: <<Elementi di Meccanica>>)

Per saperne di piu: MOTORE DIESEL 4T.

Motore a benzina (motore a scoppio)

"Allorché il quadruplo ed alterno motore, che aspira di per sè automaticamente e forzatamente il fluido vitale che lo anima e del pari lo espelle, divenuto freddo e floscio, viene posto in movimento e pulsa libero col suo ritmo affrettato e strepitoso, la macchina freme e sussulta prodigiosamente di vigore inespresso, di tensione compressa come il più impulsivo degli esseri viventi." (pag. 74)


Funzionamento MOTORE A SCOPPIO QUATTRO TEMPI (4T).
Il motore a scoppio a 4 tempi viene nominato così per descrivere appunto il numero di corse che il pistone esegue all'interno del cilindro. 
  1. Durante la prima corsa, lo stantuffo muovendosi verso il basso, aspira miscela attraverso la valvola di aspirazione mentre è chiusa quella di scarico.
  2. Nella corsa di ritorno si chiudono ambedue le valvole e la miscela viene compressa adiabaticamente acquistando pressione e temperatura; al termine della corsa avviene la combustione della miscela. La pressione si innalza fortemente ed i gas combusti esercitano una forte spinta sullo stantuffo.
  3. Nella terza corsa permangono chiuse le valvole e lo stantuffo si muove per effetto della spinta esercitata dai prodotti della combustione che si espandono entro il cilindro in una trasformazione adiabatica; al termine della corsa si apre istantaneamente la valvola di scarico e vi è la fuoriuscita di una parte dei gas combusti.
  4. Nella quarta corsa infine si ottiene la completa espulsione dei prodotti residui attraverso la valvola di scarico che rimane aperta per tutta la fase.
Funzionamento MOTORE A SCOPPIO DUE TEMPI (2T).
Allo stesso modo del motore a 4 tempi, il motore a 2 tempi compie il suo ciclo completo con solo due corse dello stantuffo.
  1. fase di aspirazione: lo stantuffo nel suo moto discendente scopre dapprima le luci di scarico e i gas combusti perdono rapidamente di pressione; qualche istante dopo si apre anche la luce di aspirazione che mette in comunicazione il cilindro con il carter nel quale la miscela e in leggera pressione.
  2. fase di compressione: lo stantuffo risalendo chiude progressivamente prima le luci di aspirazione e poi quelle di scarico, iniziando la compressione della miscela.
  3. fase di scoppio: avviene come nei motori a quattro tempi.
  4. fase di espansione: lo stantuffo spinto dai gas combusti inizia la corsa discendente, compiendo lavoro utile.
(Tratto da: <<Elementi di Meccanica>>)

Per saperne di piu: MOTORE A SCOPPIO 4TMOTORE A SCOPPIO 2T.



La vettura si trasforma: il motore a benzina

"Nel frattempo un'altra portentosa invenzione consentiva
alla vettura di riguadagnare l'antica posizione – il motore
a benzina." (pag. 36)

Inizialmente, con l'apparizione delle prime vetture, si provvede alla necessità della popolazione di godere di più celeri comunicazioni interne territoriali.
Nella metà del XIX secolo, tuttavia, la civiltà viene agitata da un nuovo scuotimento rivoluzionario, e la locomotiva viene accolta nel mondo come mezzo innovativo e trionfale. In quanto emblema di ferro e fuoco, la suddetta macchina ha rappresentato lo strumento di novità, è diventata l'emblema della speranza e della possibilità di inseguire i propri "desideri fuggenti".
Vettura a motore
Il riscatto morale della vettura si ha con l'invenzione del motore a benzina. Questo strumento, che ha permesso alla vettura di riguadagnare l'antica posizione, fu inventato nel 1853 da Eugenio Barsanti e Felice Matteucci. 


Dal motore a benzina nel 1892 derivò il motore Diesel che sfrutta il principio della compressione per ottenere l'accensione del combustibile e non l'azione delle candele d'accensione impiegate invece da un motore ad accensione comandata.

La bellezza e la velocità.

"Fino a pochi anni addietro la relazione tra bellezza e velocità veniva stabilita con mezzi tutt'affatto esteriori. Si era osservato che gli esseri e le cose veloci sono agili, leggeri, sottili, aguzzi, epperò nelle macchine destinate a muoversi più rapidamente si cercava qualunque cosa a costo di ottenere questi requisiti. Ma il rivolgimento fu rapidissimo; appena si applicarono sugli assi motori quantità di energia ingentissime, appena la velocità toccò il chilometro al secondo, questo mondo fragile e leggiadro di cose lievi e alte dovette scomparire, salvo a essere contorto, schiacciato, infranto in un attimo" (pag. 48/49)


Tilbury

Negli anni la relazione tra bellezza e velocità ha subito numerose trasformazioni. In un primo momento questa era rappresentata da ciò che per quegli anni sembrava caratterizzare la velocità. Gli esseri e i mezzi che erano realmente veloci apparivano leggeri agili e sottili e così nelle cose che l’ uomo creava e voleva rendere belle e scattanti, dava una forma aguzza e le rendeva leggere. Sono di quegli anni le locomotive snelle con ruote altissime, i velocipedi esili e lievi anch'essi con ruote alte.

Express locomotive
Ma quando la velocità aumentò, la leggerezza e la fragilità delle vetture non poté sopportare il peso dei motori e il canone di bellezza cambiò radicalmente. I mezzi erano caratterizzati da pesantezza e da grandezza che a prima vista riusciva a richiamare la potenza e l’energia della velocità.
La macchina deve rivelare la sua forza, deve trasmettere sicurezza, deve garantire all'uomo invincibilità su ogni suo desiderio e ciò che prima sembrava potesse dare il massimo della velocità ora appare solo un giocattolo. 

Se prima il sentimento di bellezza veniva richiamato da forme esile e leggiadre ora il bello era sinonimo di maestosità e la struttura delle macchine doveva richiamare “i muscoli di un atleta allenato”.


Charrette
Il tilbury è stato abbandonato del tutto, nella strada lo ha sostituito la massiccia e ben costrutta charrette, nelle piste il bassissimo sulky.
Lo stesso è avvenuto per le macchine marine; si è completamente trasformato il modello delle navi a vapore destinate alla grande velocità. I destroyers sono grossi e grevi, non hanno più quell'aspetto affilato delle vecchie torpediniere.


Destroyers




lunedì 28 aprile 2014

Il biciclo.

"Ma ecco in qualche città di Francia e d'Inghilterra la gente raccolta attonita a rimirare i prodigi di un acrobata non mai veduto, appollaiato su una instabile ruota che egli spingeva coi piedi e su cui miracolosamente si reggeva in equilibrio." (pag. 34)

Come notiamo da questa citazione, il più delle volte le vere invenzioni e scoperte nascono da coloro che senza impegno e senza studio cercano di divertirsi e di far divertire.
Osservando e analizzando dei comuni strumenti utilizzati da acrobati e artisti di strada; scienziati, studiosi e fisici cercano di descrivere tutto ciò sotto una visione più scientifica, chiamando in causa le leggi della fisica.
Biciclo

Ma che cosa era quel nuovo arnese di forma tanto inusitata, che suscitava lo stupore e lo scherno e teneva in trepidazione i cuori sulle sorti del suo cavalcatore?
Il biciclo era un velocipede antenato della bicicletta composto fondamentalmente da una ruota, su cui agivano i pedali, e un ruotino posteriore. Era molto difficile da controllare sopratutto alla partenza e all'arresto.
Successivamente, perfezionato, dà il via a quella che noi oggi conosciamo sotto il nome di bicicletta. Esso si rivelerà essere l'ala che doveva permettere all'uomo di raggiungere l'inarrivabile locomotiva.

La bicicletta.

Per conoscere la storia della bicicletta clicca qui.


Storia della bicicletta



Tandem




Invicta: the first locomotive.

"Oh! Io ricordo la profonda commozione che mi turbò quando all'Esposizione di Parigi del 1900 i miei occhi si affissarono reverenti ed estatici sull'Invicta, la prima locomotiva dello Stephenson, il greve carro di ferro dal ventre di fuoco..." (pag. 31)

"...sia alla composizione meccanica dell'Invicta di Stephenson, al pari delle forze dell'universo che si compendiano ora nella quercia solenne, ora nella volubile e policroma farfalla." (pag. 125)


Invicta

In questo breve video possiamo osservare il funzionamento di alcuni modellini con le stesse caratteristiche dell'Invicta di Stephenson.



Invicta is an early steam locomotive built by Robert Stephenson and Company in Newcastle-upon-Tyne in 1829. She was the twentieth locomotive built by Stephenson, being built immediately after Rocket.
Invicta was built for £635 to work on the Canterbury and Whitstable Railway.

venerdì 25 aprile 2014

La ruota.

"Non meno importante invenzione effettuava l'uomo sulla terra, quella della ruota, che ci dà il percorso indefinito, una nuovissima strada perennemente scorrevole, ed elimina l'attrito, ed al cavallo avvicina il carro, adattava il cocchio, facendo trascinare sé e le proprie cose." (pag. 28) 

"...oh visione romita e gioconda dell'acqua strepitante sulle pale fuggenti della ruota che sospinge la macina!" (pag. 193)


"...e impugnano nella mano protetta da grossi guanti imbottiti la ruota del bel volante inclinato che guida l'agile e delicatissimo morso del mostro metallico..." (pag.208)
Ruota.
Parallelamente all'imbarcazione, l'uomo cerca di sviluppare e migliorare anche i mezzi di locomozione terreni. La ruota riveste un ruolo fondamentale in tutto ciò. Grazie appunto a un semplice cerchio metallico o di legno, l'uomo riesce a diminuire notevolmente gli attriti e a facilitare così il lavoro dei cavalli che erano i principali esseri di traino, rivelandosi un'invenzione importante non solo per i trasporti ma anche per il progresso tecnologico in generale. 

L'imbarcazione.

"Il navigante pure migliorò notevolmente il suo strumento, l'imbarcazione, sollecitato dai nuovi bisogni e dai lontani commerci, ne ideò la linea solenne e tipica, rimasta quasi immutata nei tempi, la ampliò, ne rese più efficaci i remi e sopratutto con una invenzione magnifica la dotò di un nuovo agente dinamico, di un nuovo propulsore, la vela, e si avviò alla conquista del mare e delle terre favolose." (pag.28)

"Ma la meta dei desideri, sia l'Oriente, sia l'America, è sempre di là dai mari, e quindi il solo strumento che si perfeziona e si fa più rapido è quello marino." (pag. 30)


Zattera.

"La nave e la sua storia sono strettamente collegate alla necessità di avere un mezzo di trasporto da usare sull'acqua" affinché l'uomo potesse soddisfare il suo continuo bisogno di esplorazione. Inizialmente si servì di semplici tronchi d'albero che gli permisero di oltrepassare i fiumi; quest'idea negli anni consentì la creazione della prima zattera. Successivamente alcune modifiche e una vela la perfezionarono. 



Zattera con vela.


Tale mezzo però non era adeguato per compiere lunghi viaggi e per questo motivo l'uomo si ingegnò e migliorò la struttura, creando così una vera e propria imbarcazione

Galea veneta (1300)

Ampliando e irrobustendo la nave, essa diventò sempre più adatta alla sua funzione ovvero soddisfare i desideri e i bisogni dell'uomo. 
L'essere umano negli anni si affannò sempre più per scoprire e conquistare nuove terre, tra cui l'Oriente.

Caravelle Colombo.
Il viaggio di Colombo aveva proprio questo scopo: raggiungere l'Asia attraverso una nuova rotta. Egli salpò da Palos de la Frontera il 3 agosto 1492 e giunse nell'odierna San Salvador il 12 ottobre dello stesso anno; scoprendo l'America.



"... e ormai il marinaro corre sulle onde più che l'uomo sulla terra..." (pag. 29)

mercoledì 23 aprile 2014

La staffa.

"Le staffe sono gli appoggi per i piedi dei cavalieri, che sono appese ai due lati della sella. Sono degli anelli, normalmente in metallo, a fondo piatto, che pendono al lato della sella, nei quali il cavaliere può infilare ed appoggiare il piede." (da Wikipedia)

Staffa equitazione.


Il sottopancia.

"Il sottopancia è un finimento utilizzato per cavalcare, che ha lo scopo di fissare la sella (vedi finimenti) sul cavallo. Circonda il torace dell'animale, e si collega ai riscontri della sella. Il sottopancia è utilizzato nella monta inglese, mentre nella monta western viene usato un suo analogo chiamato cinch."

Sottopancia.
Cavallo con sottopancia.
                           


Il Collare.

"Il collare è un attrezzo usato per distribuire il carico attorno al collo del cavallo, per la trazione su un carro pesante o un aratro." (da Wikipedia)



Cavallo con aratro.



Cavallo.

"Il cavallo, con sapienti selezioni e allenamenti, si irrobustisce e si insveltisce, talchè sia al galoppo, si al trotto attaccato al sulky, può facilmente compiere nel minuto il mezzo chilometro."  (pag. 38)

"Ma è col cavallo che gli artefici della parola, grandi e mediocri, hanno conseguito gli 204 effetti più impressionanti, più memorabili, ed è il cavallo l'animale che anche nella finzione artistica sopporta il maggior peso della fantasia letteraria..." (pag. 204-205)
Cavallo con carrozza.


Sin dall'antichità, gli animali ebbero una grande importanza nella vita degli uomini. Inizialmente il cavallo, come molti altri animali, venne utilizzato come "convertitore" d'energia.
Solo successivamente, con la necessità di muoversi da un posto a un altro, il cavallo venne montato da un fantino o attaccato al sulky e di conseguenza venne utilizzato come mezzo di trasporto. Inoltre favorì il trasporto di piccoli carichi attraverso l'uso del collare che più in là venne sostituito dal sottopancia.
Infine, l'invenzione della staffa consentì al fantino di diventare un tutt'uno con l'animale e fece così della cavalleria un'arma importante. 

I Mezzi di Locomozione.

"...ogni istante qualcuno trova un nuovo mezzo per sorpassare gli altri..." (pag. 24)

"L'abbrivo preso dai mezzi di locomozione dei quali l'uomo si vale e dall'uomo istesso in questi ultimi cento anni sta appunto in proporzione con l'enorme fermento di desideri che si agita nella società contemporanea..." (pag. 24)


Il primo mezzo di locomozione conosciuto è stato il cavallo, per la velocità e la grazia fu considerato un animale da adorare e perciò spesso celebrato. 
Ancora oggi in molte zone dell'Africa e dell'Asia, il cavallo costituisce la maggior ricchezza, lo strumento che permette di muoversi più rapidamente.
Eppure a distanza di tempo e nonostante i numerosi pregi dell'animale, l'industrializzazione ha diffuso l'ideale del cambiamento. Era necessario sostituire la precarietà derivante dall'utilizzo di un animale, con la garanzia che poteva derivare dall'impiego di uno strumento motorizzato (imbarcazione, autovettura, locomotiva).

Cavallo.

Imbarcazione.

Autovettura.
                     
Locomotiva.

Il successo dei mezzi di locomozione negli ultimi 100 anni, è dovuto principalmente all'enorme "fermento di desideri che si agita nella società contemporanea", alla smania di arrivismo e di primato. 
Questa continua ricerca della perfezione è costante; ogni istante c'è sempre qualcuno pronto a fare meglio per superare gli altri. E' una sorta di ciclo schematizzato che si può notare sin dalla nascita dei primi mezzi di locomozione. 

lunedì 21 aprile 2014

Via della Seta.

"Tre uomini sbarcano da una galea su un molo di Venezia. Nessuno corre ad accoglierli. Il loro ritorno in patria dopo 24 anni all’estero passerebbe inosservato se non fosse per il loro aspetto bizzarro che attira l’attenzione. Indossano abiti sbrindellati ma di ottima seta, alla moda dei mongoli (o tartari, come si chiamavano allora), e hanno “una certa indescrivibile somiglianza con i tartari sia nel comportamento che nell’accento, avendo dimenticato quasi completamente la lingua veneziana”, afferma una fonte. I viaggiatori sono Marco Polo, suo padre e suo zio. È l’anno 1295." (da Marco Polo: La Via della Seta lo porta in Cina)

Via della Seta




venerdì 18 aprile 2014

La Strada.

"...la strada è esclusivamente un mezzo per recarsi da un punto ad un altro in cui il nostro interesse, il nostro piacere, la nostra illusione ci chiamano..." (pag.10)

"Di tal corrente impetuosa la strada, ripeto, è la pista e la rotaia, che diventa ad ogni giorno sempre più affollata e battuta." (pag. 12)

"...gli accrescimenti di quantità non bastano più, i rinforzi non sono sufficienti, bisogna innovare l'armatura della strada, cambiarne il tracciato e il concetto..." (pag. 41)

Appia antica.


Il concetto di strada, nel pensiero comune, si è molto evoluto nel corso dei secoli.
Oltre ad una modificazione da un punto di vista semantico si è andati incontro anche a delle modificazioni riguardanti la funzione, la struttura e l'utilità della strada.
La strada antica rispetto a quella moderna aveva il vantaggio di essere un luogo di ritrovo, un passaggio obbligato in cui le persone riscoprivano il piacere di dialogare e di aggiornarsi sull'andamento della propria vita. Chi viveva la strada lo faceva con la consapevolezza del confronto e con il piacere della condivisione.
Oggi la strada è diventata esclusivamente un mezzo di transito, un collegamento naturale tra la propria abitazione e il luogo in cui bisogna recarsi. I luoghi d'incontro, di ritrovo sono diventati altri, e a differenza dei secoli scorsi, solo in remote occasioni le piazze sono sfruttate come sede di mercati e fiere, in questo modo si è perso del tutto il piacere del passeggiare e conversare tra la gente.




Con lo sviluppo della funzionalità della strada è coinciso anche lo sviluppo dei mezzi di trasporto che sfruttano di più quelli che una volta erano immensi spazi senza asfalto, ma coperti solo di ciottoli e sassi.

sabato 5 aprile 2014

Futurismo: secolo di innovazione.

L’elettrificazione delle città, iniziata nell’ultimo quindicennio dell’ottocento, ora si sposta anche nei piccoli centri urbani apportando modifiche inerenti non solo all’illuminazione ma anche all’utilizzo dei mezzi di trasporto. 

L’automobile diventa uno dei simboli dei primi decenni del novecento esprimendo la velocità e il progresso continuo di questi anni. Nel 1903 i fratelli Wright guidano il primo aeroplano.
Riker electric automobile, built about 1900



Il petrolio inizia ad essere la nuova fonte di energia. Lo scambio commerciale tra i diversi paesi cresce, e cresce anche il movimento migratorio di uomini che decidono di popolare le grandi città industriali. Il cinema diviene un nuovo mezzo espressivo.



Ma anche rivoluzioni e conflitti che investono i grandi imperi, maltrattamenti e persecuzioni di minoranze colorano questo periodo storico: nel 1905 scoppia la rivoluzione a San Pietroburgo smascherando l’arretratezza dell’impero zarista; nel 1909 l’impero ottomano è scosso dalla rivolta dei Giovani Turchi.


Ma in una società di massa si corre anche il rischio di incorrere nella perdita dell’identità individuale vista la costante richiesta di appartenenza a un qualche gruppo (politico, sindacale, sportivo, religioso…). Si manifestano le prime critiche alla massificazione.

venerdì 4 aprile 2014

Contesto Storico.

La nuova arma (la macchina) di Mario MORASSO è ambientato in un preciso contesto storico: il Futurismo.

Il Futurismo nasce in Italia, nel XX secolo, e si estende successivamente in tutta l’Europa interessando vari ambiti, tra cui quello della pittura, della letteratura, della scultura e della musica.
Il termine Futurismo si deve a Filippo Tommaso Marinetti, il quale con la sua pubblicazione del “Manifesto futurista” (Manifeste du futurisme) (1909), comincia a diffondere i suoi ideali, nonché i principi alla base del movimento stesso.


"Non v'è più bellezza se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro."
(dal Manifesto del Futurismo di Filippo Tommaso Marinetti)



"Compagni! Noi vi dichiariamo che il trionfante progresso delle scienze ha determinato nell'umanità mutamenti tanto profondi, da scavare un abisso fra i docili schiavi del passato e noi liberi, noi sicuri della radiosa magnificenza del futuro…" 
(dal Manifesto dei pittori futuristi, febbraio 1910)




Le grandi potenze europee ottengono il dominio completo di una larga parte del mondo che trova la sua conclusione nella colonizzazione dell’Africa. 
Mappa colonizzazione Africa.

Questi sono quindi anni di trasformazioni profonde: economiche, sociali, culturali e politiche.
La crescita economica non è mai stata così rapida e la popolazione aumenta notevolmente.